I nostri consigli

Nel giugno del 2004 il cadavere di una donna viene ripescato al largo di Turballe, un tranquillo villaggio di pescatori in Bretagna. La giornalista Muriel Le Bris, combattiva e appassionata, si ritrova suo malgrado a coprire la cronaca locale; fin dall'inizio, però, fiuta qualche anomalia in quello che all'apparenza potrebbe sembrare un suicidio. La giovane reporter non può ancora sapere che quel caso darà una svolta imprevista alla sua carriera e soprattutto che riporterà a galla gli orrori della dittatura argentina. In parallelo, ma in un'epoca e in un continente diversi, si dipana la vicenda di Juana Alurralde. Siamo a Buenos Aires nel 1977, in piena dittatura, e la giovane militante dei Montoneros viene catturata insieme al figlio di tre anni. La loro destinazione è l'ESMA, l'inferno della tortura. Juana resiste e adotta una propria strategia, che le permette di sfuggire ai famigerati «voli della morte» e soprattutto di mettere in salvo il suo bambino. La fuga la condurrà verso Parigi, dove dovrà affrontare, di nuovo, rinunce drammatiche, e fingersi pentita della sua militanza passata. Quasi trent'anni dopo le due vicende si incrociano e spetterà alla caparbia Muriel ricostruire la storia di quella donna dal grande coraggio e dalle molte vite.
Elsa Osorio, Doppio fondo, Guanda 2017

Waldo è un regista di lungo corso con una carriera costellata di premi alle spalle, e la sua vecchiaia di recluso in casa è un peso insopportabile. Soprattutto dal momento che la moglie, bellissima e molto più giovane, è impegnata in schermaglie sospette con un servizievole e aitante parassita domestico che s’insinua nell’intimità della coppia con la scusa di essere d’aiuto a entrambi. Prigioniero della sua immobilità, Waldo si industria comunque con i mezzi che possiede per scoprire la verità sui due, e da qui in poi mette a segno una sua accurata, perversa, ferocissima vendetta, l’atto finale di una vita in cui ha sempre posto se stesso prima di tutto e tutti e ha sempre ottenuto quello che voleva. Un protagonista astuto e geniale nella sua malizia, una commedia nera di rara ferocia che fa sorridere e riflettere e spinge il lettore a schierarsi: dalla parte di Waldo, della moglie, dell'amante? A ciascuno la sua risposta.
Hanif Kureishi, Uno zero, Bompiani 2017

Cos'hanno in comune Zola Budd che correva a piedi nudi e perse la gara più importante del mondo per una crisi di pianto, Richard Norris Williams, il più grande tennista dei suoi tempi, sopravvissuto al Titanio, che tirava solo all'incrocio delle righe, e la gloriosa Aurora Desio, la squadra di basket che terminò una stagione senza vincere nemmeno una volta? A modo loro sono tutti sconfitti, meravigliosi sconfitti. Poco importa che lo siano diventati per un eccesso di bravura o per l'assoluta mancanza di questa, che il loro dramma, sportivo e a volte anche umano, sia avvenuto durante la finale delle Olimpiadi o nel più marginale dei palazzetti dello sport. In "La lentezza della luce" le loro vicende si intrecciano a quelle del narratore, Michele Dalai, che, come centinaia di migliaia di bambini e adolescenti degli ultimi cinquant'anni, è rimbalzato da uno sport all'altro, da un campo di calcio a una palestra di boxe, con tanta abnegazione e poco talento. E questi grandi sportivi perdenti sono, al tempo stesso, monito e allegoria ma anche fratelli e sorelle dello sportivo amatoriale, uniti nel dolore e nella rabbia della sconfitta eppure consapevoli che proprio lì, e non nella vittoria, sta la possibilità di riscatto e di apprendere una lezione determinante per la vita.
Michele Dalai, La lentezza della luce, Mondadori 2017

Un romanzo di famiglia, che raccoglie e intesse frammenti di memoria, istantanee, documenti privati e pezzi di storia collettiva con la pazienza e l'amore che solo una donna può mettere nel ricucire gli strappi, nel portare a nuova bellezza ciò che il tempo ha logorato. Clara Sereni ha percorso a ritroso la vita della straordinaria famiglia in cui si è trovata a nascere, e lo ha fatto con la lucidità della storica - che cerca con tenacia ogni traccia - e con il coraggio della scrittrice, che rivive per noi pagina dopo pagina le speranze, le tragedie, le immense passioni che hanno animato ognuno dei protagonisti di questa storia. Dalla Rivoluzione russa alle due guerre mondiali, dalle leggi razziali ai campi di sterminio, dal Ventennio alla Costituente, dal sogno sionista a quello comunista: i passi della famiglia Sereni si intrecciano inestricabilmente con quelli del Novecento, il secolo di cui tutti siamo figli e, forse, irrimediabilmente orfani. Nel riproporre oggi questo suo libro fondamentale, Clara Sereni scrive che le donne ne sono, a dispetto di tutto, le vere protagoniste: "perché il loro spazio nella scrittura e nei ricordi era minore: sempre in secondo piano, taciute, interpretate come sorta di protesi degli uomini cui erano accanto".
Clara Sereni, Il gioco dei regni, Giunti 2017

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